Il test basato sull’esame di microRNA identifica i tumori più aggressivi nei forti fumatori. Lo studio bioMILD, ancora in corso, illustrato dalla dottoressa Giuseppina Calareso e dal dottor Mattia Boeri.
Milano, 15 aprile 2015 – Uno studio condotto dall’ unità di Genomica Tumorale in collaborazione con le Unità di Chirurgia Toracica e Radiologia dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, pubblicato sul Journal of Clinical Oncology nel marzo 2014, dimostra che un test sul sangue è in grado di ridurre significativamente la percentuale di falsi positivi ottenuti con la TAC spirale.
Il test, basato sull’analisi di microRNA circolanti, attualmente in corso di validazione nello studio bioMILD, individua i soggetti con aumentato rischio di tumore polmonare, fino a due anni prima della diagnosi TAC spirale, e consente di identificare i tumori più aggressivi e a prognosi peggiore.
“Lo scopo dello screening, condotto su forti fumatori oltre i 50 anni, è rilevare le lesioni polmonari maligne in fase precoce – spiega la dottoressa Giuseppina Calareso, medico specialista in Radiologia -. La TAC spirale è la tecnica di imaging più sensibile per il riconoscimento dei noduli polmonari, ma presenta alcuni limiti di specificità. In particolare, la TAC ha scarso potere di differenziazione tra noduli polmonari benigni o maligni, con frequente riscontro di falsi positivi: quelle lesioni che sembrerebbero dubbie (25% del totale), ma in realtà non lo sono. Per questo, il test molecolare è di grande aiuto”.
“La combinazione del test MSC e della TAC spirale ha comportato una riduzione di 5 volte del tasso di falsi positivi dal 19,4% al 3,7%. Il test MSC, su cui sto lavorando da anni come ricercatore, è attualmente in una fase di convalida prospettica – spiega il dottor Mattia Boeri, ricercatore all’Istituto dei Tumori –. Nell’ambito della sperimentazione clinica bioMILD, guidata dal dottor Ugo Pastorino, direttore della Divisione di Chirurgia Toracica dell’Istituto dei Tumori, entro la fine del 2015 ci aspettiamo di arruolare 4.000 forti fumatori, associando il test del sangue sul microRNA alla LDCT (un tipo di TAC torace a bassa dose radiante)”.
Un recente studio, pubblicato a dicembre 2014 su Cell Death and Disease, ha altresì dimostrato che i microRNA possono essere usati per le nuove terapie nel cancro polmonare. Infatti, il trattamento di cellule tumorali polmonari con il microRNA-660 inibisce lo sviluppo del tumore polmonare in vivo, ripristinando la funzione del gene p53 mediante l’eliminazione dell’ oncogene MDM2.
La stretta relazione fra le caratteristiche genetiche del paziente e l’esito della terapia contro il cancro al polmone è un filone di ricerca ormai consolidato. Due ulteriori studi volti a valutare i fattori prognostici del tumore polmonare, sul profilo trascrizionale del tessuto polmonare normale e sul profilo dei polimorfismi genetici, hanno indicato che il profilo genetico individuale può avere un ruolo nella modulazione della sopravvivenza nei pazienti operati chirurgicamente per tumore polmonare.
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Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’Istituto Nazionale Tumori
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