L’INT si conferma all’avanguardia nella diagnosi del tumore al seno grazie a un sistema robotizzato in 3D per la biopsia stereotassica della mammella (tomobiopsy), a un nuovo sistema di ecografia automatizzato che prevede la sola presenza di un tecnico e a uno studio per la mammografia in tomosintesi con mezzo di contrasto.
Milano, 4 maggio 2016 – Sottoporsi a mammografia e contestualmente a esame bioptico, eseguito in soli 7 minuti, con la minima invasività e con una diagnosi sempre più accurata, è possibile all’Istituto Nazionale dei Tumori, centro di eccellenza per la diagnosi e la cura del cancro.
Per sei mesi resterà in uso in INT, in via sperimentale, Tomobiopsy, un nuovo metodo di indagine bioptica che si basa sull’utilizzo della tomosintesi, un sistema di stratificazione dell’immagine senologica in 30-40 sezioni che garantisce una sensibilità e specificità aumentata e una diagnosi sempre più precisa ed accurata.
“La tomobiopsy è indicata a tutte le pazienti che, dopo aver fatto una mammografia, devono sottoporti a una agobiopsia stereotassica – spiega il dottor Gianfranco Scaperrotta, responsabile dell’Unità Semplice di Diagnostica Senologica dell’INT-. La paziente esegue l’esame distesa su un lettino, non seduta, e la procedura rispetto al solito si svolge in tempi ridotti. Inoltre questa nuova tecnologia, non ancora commercializzata e in sperimentazione all’Istituto dei Tumori e in altri due centri in Europa in questi mesi, è più precisa e permette di individuare le lesioni in modo più accurato, consentendoci inoltre una riduzione consistente della dose radiografica“.
La tecnologia tomosintesi – prosegue Scaperrotta – permette di individuare microcalcificazioni e lesioni di 2-3 millimetri, quindi di scoprire il tumore in una fase pre-clinica, mentre si sta formando“.
In questi mesi l’INT, tra i primi ospedali in Italia, sta testando anche un sistema di ecografia della mammella automatizzato: questo esame non necessita infatti della presenza di un medico in sala, ma di un tecnico che acquisisce le immagini, che verranno visionate in un secondo momento dallo specialista. “In questo modo – approfondisce Scaperrotta -, si potrebbero fare molti più esami durante una giornata, con una potenziale ricaduta positiva sulle liste di attesa “.
All’Istituto Nazionale dei Tumori, dove ogni anno vengono eseguite 15 mila mammografie e, in media, 1500 biopsie, partirà a breve anche uno studio – ora sottoposto al consenso del comitato etico – per l’utilizzo del mezzo di contrasto nella mammografia in tomosintesi.
“Si tratta di uno studio blindato che si svolgerà con il consenso approvato della paziente. L’obiettivo è riuscire meglio a capire come è composto, in termini di caratteristiche biologiche, il tumore mammario in base alla risposta al liquido di contrasto“, conclude il medico.
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