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Specializzazione in farmacia ospedaliera: l’equiparazione è nei fatti, non è rinviabile il riconoscimento del legislatore

Milano, 9 maggio 2015. La specializzazione è una delle chiavi del futuro della professione farmaceutica, un concetto da tempo al centro della linea d’azione della Federazione degli Ordini dei Farmacisti. Di qui la grande attenzione dedicata alla prima e per ora unica specializzazione riconosciuta: quella in Farmacia ospedaliera. Inevitabile, quindi che a Farmacista Più, l’assise professionale patrocinata dalla FOFI, grande interesse abbia suscitato il convegno “Scuole di specializzazione: le novità del DM 68/2015”, organizzato dalla Federazione e dalla SIFO. E’ stata l’occasione di mettere a fuoco che questo percorso formativo si è enormemente arricchito negli anni dal punto di vista tecnico e scientifico ed è divenuto conseguentemente più impegnativo riducendo, semmai ce ne fossero state, le differenze rispetto alle specializzazioni di area medica. L’hanno ricordato, con i loro interventi, oltre alla presidente della SIFO, dottoressa Laura Fabrizio, la Referente nazionale per il Consiglio direttivo dell’Università, dottoressa Alessia Pisterna, e il presidente della Conferenza dei direttori delle Scuole, professor Santi Mario Spampinato. Ancora più stridente, dunque, il contrasto con il diverso trattamento sul piano della retribuzione e previdenziale che la normativa attuale riserva agli specializzandi in farmacia ospedaliera. “Un tema che è da sempre centrale per l’azione della Federazione” ha detto il vicepresidente della FOFI, senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri. “Un tema che abbiamo costantemente riproposto all’attenzione della politica e sul quale abbiamo ottenuto, nel tempo, che venissero stabiliti almeno alcuni importanti punti fermi. Già nel Piano sanitario 2012-2013, con l’allora Ministro Fazio, fu fatta espressa previsione di provvedere a sanare questa disparità nel momento in cui fossero state reperite le risorse necessarie e da allora non abbiamo mai allentato l’attenzione su questo aspetto”. Vanno in questo senso, tra gli altri interventi, gli emendamenti presentati dal Senatore D’Ambrosio Lettieri alla Legge di stabilità 2014, e quello al DDL Lorenzin (AS 1324), l’ordine del giorno della 12ma Commissione Sanità del Senato, approvato trasversalmente da tutte le forze politiche. Un’azione costante, dunque, proseguita con la recentissima interrogazione al Ministro dell’Istruzione Giannini in cui si chiede “come si conti di garantire il trattamento economico di cui agli articoli 37, 38, 39, 40 e 46 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, ai soggetti non medici specializzandi in discipline dell’area sanitaria, in conformità con quanto previsto per i laureati in medicina iscritti ad analoga scuola di specializzazione ai sensi dell’articolo 8 della legge n. 401 del 2000”. Interrogazione alla quale il Ministro ha risposto che il suo dicastero sta che il Ministero sta agendo in pieno accordo con il Commissario ad acta  e che insieme alle altre amministrazioni interessate, Ministero della salute e MEF, “anche ai fini della ripartizione annuale delle borse di studio nell’ambito delle risorse già previste”. E’ dunque in atto un percorso positivo. “Le condizioni di fatto per una piena equiparazione di tutte le specializzazioni di area sanitaria ci sono” ha concluso d’Ambrosio Lettieri. “E un riconoscimento legislativo non deve tardare. Continueremo a operare perché questo avvenga al più presto, anche perché non possiamo accettare che ci siano giovani colleghi meritevoli che debbono abbandonare il percorso formativo solo perché le famiglie non possono sostenerne l’onere economico”. Una sorta di selezione negativa che nemmeno il Servizio sanitario può più permettersi

Per ulteriori informazioni:

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Maurizio Imperiali
Chiara Longhi

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