Garantire ai pazienti diabetici un’assistenza ancora più appropriata e di qualità e, al contempo, contribuire all’efficientamento e alla sostenibilità del sistema sanitario. Con questi due obiettivi l’Associazione Medici Diabetologi, insieme a The System Academy, ha “normato” conoscenze, abilità e competenze di alcuni profili professionali in area diabetologica, che potranno così essere certificati da un Ente accreditato e indipendente.
Roma, 24 settembre 2019 – “Medico diabetologo esperto nella gestione della tecnologia avanzata nella cura delle persone con diabete”; “medico diabetologo esperto in gestione delle complicanze cardiovascolari in pazienti con diabete di tipo 2”; “medico diabetologo esperto in gravidanza e diabete”; “medico diabetologo esperto educatore in diabetologia”; “medico diabetologo esperto e competente in piede diabetico”. Sono questi i cinque profili professionali per cui, da oggi, i diabetologi italiani potranno chiedere di essere “certificati”. L’Associazione Medici Diabetologi (AMD), in collaborazione con The System Academy, è la prima società scientifica in Italia ad aver ottenuto che alcune conoscenze teoriche, abilità pratiche e competenze specifiche della propria professione diventassero vere e proprie Prassi di Riferimento, pubblicate sul sito UNI, l’Ente Italiano di Normazione. Sulla base di quanto stabilito nella Prassi, i medici interessati potranno farsi certificare da un Ente accreditato, terzo e indipendente, sotto l’egida di Accredia, l’Ente Unico nazionale di accreditamento, designato dal Governo italiano ad attestare competenza, indipendenza e imparzialità degli organismi di certificazione.
“In linea con una tendenza diffusa a livello internazionale, anche in Italia il mondo delle professioni sanitarie è entrato in un processo di cambiamento culturale che pone l’attenzione sulla necessità di valutare le competenze pratiche e specialistiche degli operatori, secondo modalità imparziali e non autoreferenziali”, afferma Domenico Mannino, Presidente AMD. “Il percorso di certificazione che abbiamo sviluppato va proprio in questa direzione, con l’obiettivo finale di fornire ai pazienti, in modo ancora più puntuale, un’assistenza efficace e di qualità. Dopo aver presentato un curriculum ad hoc, aver dimostrato di avere i requisiti per accedere a un esame e dopo aver superato l’esame stesso, il medico candidato ottiene un certificato che attesta una sua specifica capacità, ad esempio nella gestione del diabete in gravidanza o del piede diabetico. La certificazione, del tutto volontaria, non va ad influenzare l’aggiornamento che il professionista medico deve perseguire attraverso la formazione obbligatoria, ma registra una competenza maturata con l’esperienza professionale”.
Il primo passo per mettere in piedi questo percorso è stato la stesura della Prassi di Riferimento, all’interno di un tavolo di lavoro condotto da UNI. “La Prassi di Riferimento sviluppata in collaborazione con AMD e The System Academy è la prima riguardante profili professionali del mondo della salute, in Italia e a livello europeo” precisa Elena Mocchio, Responsabile Divisione Innovazione di UNI. “Fare normazione significa studiare, elaborare, approvare e pubblicare documenti di applicazione volontaria – norme, specifiche tecniche, rapporti tecnici e prassi di riferimento – che definiscono come ‘fare bene le cose’ e ‘dare il buon esempio’, garantendo prestazioni certe, sicurezza, qualità di prodotti, servizi, persone e organizzazioni, in tutti i settori. Scopo della normazione è contribuire al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del sistema socio-economico, fornendo strumenti di supporto all’innovazione e alla tutela degli utenti, in questo caso i pazienti”.
“La certificazione delle competenze di profili professionali specialistici è un percorso sempre più diffuso”, illustra Filippo Trifiletti, Direttore Generale ACCREDIA. “Quella relativa alle professioni specialistiche del settore medico sanitario, definite nella Prassi UNI 64:2019, fornisce ampie garanzie al mercato, al sistema sanitario pubblico e privato, e ai pazienti, senza dimenticare che potrebbe contribuire a ridurre i premi assicurativi, visto che la certificazione contribuisce alla riduzione del rischio. La novità importante è che tale certificazione, rilasciata da organismi accreditati, è intrapresa sempre più da settori professionali inquadrati in Ordini Professionali di lunga tradizione, già interessati da un sistema di qualificazione ampiamente disciplinato. L’ambito sanitario è ovviamente uno dei settori più regolamentati, quindi l’avvio di questo percorso volontario di qualificazione non può che rappresentare un precedente di particolare valore, specie considerando il parere positivo espresso dal Ministero della Salute. Ad oggi sono oltre 300 le figure professionali che possono richiedere una certificazione delle proprie competenze a uno dei 58 organismi accreditati. Solo un anno fa le professioni certificabili sotto accreditamento erano circa 200, a testimonianza di un vero e proprio ‘boom’ del settore”.
Tutto il percorso ha preso il via dalla consapevolezza della necessità di rendere più efficace e al contempo sostenibile la gestione della patologia diabetica. “Per produrre risultati di salute, oggi non bastano più le sole conoscenze cliniche, ma servono anche quelle educative, di comunicazione al paziente, di team building, etc.”, spiega Nicoletta Musacchio, Presidente Fondazione AMD. “Grazie al progetto DIA&INT (Diabetes Intelligence) e alla redazione del Core Competence Curriculum del diabetologo, AMD ha identificato, con metodo scientifico validato (SROI – Social Return On Investment), attività, conoscenze e competenze prioritarie del diabetologo, quelle più utili nel soddisfare il bisogno di salute della persona con diabete (tra le prime attività in ordine di efficacia è risultata proprio la terapia educazionale) e che sono diventate il la ‘stella polare’, dal punto di vista culturale, della Prassi di Riferimento sui profili professionali esperti in diabetologia. Oggi è questa la direzione. Anche le grandi realtà ospedaliere, in conformità al nuovo contratto della Dirigenza medica, stanno adottando un modello di valutazione dei professionisti sanitari sulla base di competenze miste”.
“Nel campo della sanità, la rapida evoluzione delle conoscenze scientifiche da un lato, e la richiesta sempre maggiore di qualificazione professionale sia teorica sia pratica dall’altro, offrono un terreno favorevole allo sviluppo di una certificazione professionale individuale di competenza”, afferma Augusto Zaninelli, Presidente The System Academy. “Il certificato può essere rilasciato a fronte di una verifica finale dell’effettiva acquisizione della competenza, effettuata da esperti del settore, possibilmente al termine di un percorso formativo adeguato che presenti uno schema di progettazione rispettoso di un sistema basato sulla qualità del programma e sulla tracciabilità di tutte le attività”.
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