AMD ha misurato con un approccio scientifico le prestazioni diabetologiche che funzionano di più: garantiscono miglior controllo dei rischi clinici e più efficienza per il Servizio sanitario
Palermo, 18 novembre 2016 – Non c’è farmaco né glucometro che tenga se nessuno ha insegnato al paziente come utilizzarli, e infatti la terapia educazionale è la più importante delle prestazioni che un diabetologo può garantire. Seguono, sempre in ordine di efficacia, un piano terapeutico davvero personalizzato, la diagnosi e la valutazione biomedica, quindi la valutazione in concreto della fragilità del paziente, e al quinto posto la garanzia dell’autocontrollo glicemico, seguita dall’utilizzo della cartella clinica informatizzata. Sono queste le prestazioni e gli standard organizzativi individuati dall’Associazione Medici Diabetologi come i più utili – cioè più efficaci per il paziente e più efficienti per il servizio sanitario – attraverso un’indagine che ha coinvolto tutti gli aderenti alla società scientifica. Ma la vera novità è che si tratta, per la prima volta in Europa, di evidenze garantite dall’applicazione di un metodo scientifico, perché le prestazioni diabetologiche sono state messe in fila a partire dagli Standard di Cura, e la classifica è stata stilata in base a outcome clinici, garantiti dai diversi approcci, misurati con precisone scientifica, come spiega Nicoletta Musacchio, Presidente AMD, che ha presentato questi dati a Palermo, all’Ottavo Convegno Nazionale della Fondazione AMD: “La salute è fatta di tante componenti e di diverse variabili, e lo stesso, di conseguenza, può ripetersi per le prestazioni sanitarie. È una complessità, tipica dei servizi socio-sanitari, che rischia di generare confusione e di rendere difficilissima la valutazione degli approcci clinico-assistenziali che giovano davvero al paziente e al Servizio Sanitario. Ecco perché – ha proseguito Musacchio – occupandoci in prima linea di un problema articolato e vasto come il diabete, abbiamo scelto, con il progetto DiaINT, di misurare con precisione il nostro risultato professionale, facendo ricorso a un approccio SROI: Social Return of Investment. Si tratta di un modello di Analisi Organizzativa riconosciuto a livello internazionale, che serve a misurare in modo oggettivo il valore creato da un’organizzazione, con l’obiettivo ultimo di trasformare la qualità, di per sé sfuggente, in score definiti, ossia in quantità misurabili”.
Ma su quali risultati clinici, in concreto, incidono positivamente le prestazioni inserite da AMD nella sua “top 5” scientificamente validata? L’indagine svolta attraverso l’iniziativa DiaINT – che sta proprio per “Diabetes Intelligence” – ha risposto anche a questa domanda: al primo posto c’è l’ottimizzazione del controllo metabolico, al secondo posto il controllo dei fattori di rischio cardiovascolare, poi la riduzione delle ospedalizzazioni e degli accessi al pronto soccorso, quindi la riduzione delle giornate di degenza dei pazienti eventualmente ospedalizzati, e in quinta piazza l’aumento dell’appropriatezza nell’utilizzo di tutte le tecnologie disponibili per le persone con diabete. “Anche in questo caso – precisa la Presidente Musacchio – è di particolare interesse il rigore scientifico degli outcome clinici individuati, garantito dal metodo DiaINT, ma anche dal fatto che la nostra analisi propone una classifica degli obiettivi individuati dal Piano Nazionale per la malattia diabetica e dal Manifesto dei Pazienti, quindi risultati clinici già di per sé validati e di cruciale importanza”.
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