La seconda fase del progetto pilota patrocinato dalla FOFI ha valutato il gradimento dei pazienti sottoposti alla revisione dell’uso dei medicinali da parte del farmacista, e ha presentato i dati della sperimentazione ai medici di medicina generale, ottenendo in entrambi i casi un risultato estremamente positivo. “Ci auguriamo che, evidenze scientifiche alla mano, si passi finalmente a implementare il nuovo modello di servizio farmaceutico di cui il paese ha bisogno per una tutela della salute migliore e sostenibile” dice il presidente della FOFI, Andrea Mandelli
Ashtag consigliati: pharmaceutical care; farmacisti; FOFI; MUR; asma; farmacia dei servizi
Roma, 22 gennaio 2014 – Quando il farmacista si fa carico dell’aderenza alla terapia riscuote il consenso del paziente, ma anche del medico curante. Questa la conclusione cui è giunta la seconda fase del Progetto pilota sull’MUR (Medicine Use Review, revisione dell’uso dei medicinali) patrocinata dalla FOFI, che ha coinvolto circa 900 pazienti affetti da asma. Con l’ausilio di un questionario molto articolato, la ricerca ha analizzato il feedback dei pazienti che sono stati sottoposti alla revisione, ma ha altresì registrato i commenti ai dati del progetto pilota di un gruppo di medici di medicina generale della SIMG, grazie a un focus group organizzato nel corso dell’ultimo congresso della società scientifica. “Voglio ringraziare il presidente della SIMG, Claudio Cricelli, il vicepresidente Ovido Brignoli e il responsabile nazionale dell’area Farmaco Ettore Saffi Giustini per averci aiutato nella realizzazione di questa parte dello studio” dice Andrea Manfrin, clinical lecturer della Medway School of Pharmacy dell’Università del Kent e Principal Investigator dello studio. “Complessivamente”, prosegue Manfrin, “i cittadini hanno confermato un elevatissimo gradimento per questa prestazione, e una percentuale molto significativa – il 75% – ha dichiarato di avere tratto beneficio dall’intervento del farmacista, tanto che è stata una richiesta comune potersi sottoporre all’MUR periodicamente (ogni tre mesi). Ma anche i medici di medicina generale sono stati concordi nel giudicare l’MUR uno strumento importante per migliorare l’aderenza alla terapia e anche per creare un percorso condiviso per migliorare l’assistenza ai pazienti”. “Siamo soddisfatti che da questa seconda fase della nostra sperimentazione sia emerso un dato fondamentale: l’intervento del farmacista a supporto dell’aderenza alla terapia è apprezzato sia dai cittadini sia dai medici di medicina generale, che sono nostri fondamentali interlocutori sul territorio” dice il presidente della FOFI, Senatore Andrea Mandelli, unendosi al ringraziamento alla dirigenza della SIMG. “E’ evidente che i tempi sono maturi per sviluppare un nuovo modello di assistenza che veda una collaborazione concreta tra i professionisti della salute mettendo al centro, come emerge anche da questa ricerca, il paziente e le sue necessità. La Federazione”, prosegue Mandelli, “in questi anni ha operato per mettere a disposizione dei farmacisti italiani tutti gli strumenti necessari per avere un ruolo nel processo di cura che sia all’altezza dei tempi: dalla Legge sui servizi in farmacia al Dossier farmaceutico, provvedendo anche a sperimentare sul territorio le nuove prestazioni del farmacista. Il nostro percorso, comunque, non finisce qui: a breve inizierà uno studio controllato volto a dimostrare i benefici dell’MUR anche sul piano clinico ed economico. Ci auguriamo che, evidenze scientifiche alla mano, si passi finalmente a implementare il nuovo modello di servizio farmaceutico di cui il paese ha bisogno per una tutela della salute migliore e sostenibile” conclude il presidente della FOFI.
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I DATI IN SINTESI
Il feedback dei Pazienti
I ricercatori delle quattro province coinvolte, Brescia, Pistoia, Torino e Treviso, hanno ottenuto complessivamente le risposte a un questionario articolato di 274 pazienti, più di un quarto di quelli che avevano partecipato alla sperimentazione (895). Molti gli aspetti indagati, a cominciare dalle aspettative che il paziente nutriva nei confronti dell’MUR: le prime tre risposte indicate (era possibile la scelta multipla) sono state: 1) “assicurami di stare usando correttamente i farmaci prescritti” (62,9%); 2) “avere maggiori informazioni sui medicinali prescrittimi” (60,8%); 3) “avere maggiori informazioni sulla mia condizione clinica” (50%). All’ultimo posto si è piazzata “discutere i problemi o le preoccupazioni relative ai farmaci prescritti” (29%), dato coerente con quelli raccolti durante la prima fase del progetto, nella quale i pazienti avevano dichiarato in larga maggioranza di non avere difficoltà con la terapia o la gestione della malattia, ma successivamente è emerso che il 60% dei pazienti sottoposti all’MUR presentava almeno un problema.
Il secondo aspetto indagato era il gradimento della prestazione ricevuta. Qui i pazienti dovevano dichiarare il loro accordo con una serie di affermazioni. Alcune riguardavano la capacità del farmacista di interagire con il paziente (per esempio: “il farmacista mi ha messo a mio agio”; “ho avuto piena attenzione da parte del farmacista”; “il farmacista mostrava di volermi aiutare a risolvere le mie difficoltà con la terapia”), che hanno ottenuto risposte positive al di sopra del 93%. Ma particolarmente significativo è che oltre il 75% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto dei benefici dall’MUR, l’84% ha dichiarato di trovarsi più a suo agio con la terapia prescritta e solo il 17% circa ha indicato di avere ancora dei dubbi che non sono stati chiariti. Particolarmente interessante il fatto che il 36% concordava che l’MUR aveva messo in luce problemi reali con la terapia, e il 27% che dopo l’MUR il medico aveva modificato la prescrizione.
Il 51% dei pazienti ha dichiarato che vorrebbe ripetere l’esperienza, e oltre l’85% consiglierebbe l’esperienza ad altri. Tra i suggerimenti per migliorare il servizio, il campione ha indicato l’allargamento ad altre patologie, la generalizzazione del servizio ad altre farmacie e addirittura l’esecuzione dell’MUR con frequenza trimestrale.
Il giudizio del medico curante
Nel corso del focus group – che ha coinvolto quattro medici di medicina generale – è stato dato un giudizio positivo sull’esperienza condotta, e l’MUR è considerato uno strumento importante per migliorare l’aderenza alla terapia. I MMG hanno indicato i pazienti fragili, gli anziani e quelli soggetti a poliprescrizione come i destinatari preferenziali della prestazione. E’ stata anche indicata la necessità di sviluppare un protocollo condiviso tra MMG e farmacisti. Un altro punto sottolineato è la necessità di alimentare un flusso di informazioni costante tra medico e farmacista, soprattutto al fine di rivolgere al paziente un messaggio univoco. E a questo scopo, sarebbero auspicabili sessioni di training comuni per medici e farmacisti. Un’iniziativa che servirebbe anche a rimuovere le barriere alla comunicazione tra i due professionisti, dovute in massima parte, secondo i medici interpellati, al carico burocratico. In questo senso, tutti i partecipanti hanno individuato nella condivisione di una piattaforma informatica un passo fondamentale (da notare che il focus group si è tenuto a ridosso dell’approvazione del “Decreto del fare” che ha previsto in seno al Fascicolo sanitario elettronico un Dossier farmaceutico aggiornato dal farmacista e ovviamente consultabile dal medico).
Che cos’è il progetto pilota sull’MUR
Lo studio pilota dell’MUR patrocinato dalla FOFI ha come obiettivo valutare la trasposizione nella farmacia italiana di una prestazione, la Medicine Use Review (revisione dell’uso dei farmaci) introdotta in Inghilterra nell’aprile 2005. Lo scopo dell’MUR è migliorare la conoscenza da parte del paziente dei medicinali che sta assumendo, identificare eventuali effetti collaterali e, se possibile, indicare delle soluzioni; migliorare l’aderenza del paziente alle indicazioni del medico e ridurre gli sprechi che inevitabilmente si producono quando i farmaci vengono usati male. Si tratta, dunque, di un’attività specifica del farmacista quale esperto del farmaco, e non di uno sconfinamento nelle competenze del medico, dal momento che non si interviene sulle scelte del curante (scelta del medicinale, della via di somministrazione, dei dosaggi eccetera) ma gli si segnalano le eventuali anomalie. Il farmacista, invece, interviene invece su eventuali errori commessi dal paziente nella gestione del farmaco (dimenticanza delle dosi, eccessivo ricorso ai farmaci al bisogno, uso di medicinali da banco che interferiscono con la cura prescritta).