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La secchezza vaginale è ancora un tabù, ma ne soffre 1 italiana su 3

1° edizione del Gyneconet Meeting, 26-28 Novembre 2015

I professionisti della salute della donna fanno “rete” ad Abano Terme per il convegno promosso da Fidia Farmaceutici

  • La secchezza vaginale rappresenta ancora un tabù per molte donne, che tendono a non parlarne con il proprio medico e a sottovalutarne i sintomi
  • Il disturbo è maggiormente legato al periodo della menopausa, ma può presentarsi in qualsiasi fase della vita femminile
  • L’alternativa alle terapie ormonali esiste, ed è rappresentata da soluzioni terapeutiche a base di acido ialuronico, che agiscono riducendo la secchezza e la sintomatologia correlata

Abano Terme (PD), 26 novembre 2015 – Una donna su tre in Italia soffre di secchezza vaginale, un disturbo intimo che può compromettere la salute femminile e la vita sessuale. Malgrado si presenti più frequentemente nelle donne in pre e post menopausa, riguarda anche le fasce più giovani: ne soffrono infatti nel 30% dei casi le donne di età compresa tra i 20 e i 39 anni, nel 40% quelle in età compresa tra i 40 e i 49 anni. Già tre anni dopo l’ultimo ciclo, ne soffre il 47% delle donne. Pur essendo diffuso, il problema è ancora poco conosciuto e sotto diagnosticato. Molte donne tendono a considerarlo un tabù, non parlandone con il proprio medico o con lo specialista, per imbarazzo o per timore, o ne sottovalutano i sintomi. A fare il punto su epidemiologia, diagnosi e nuove opzioni terapeutiche per la gestione ottimale dei disturbi intimi femminili saranno i professionisti che si occupano della salute della donna, riuniti ad Abano Terme, dal 26 al 28 novembre, al convegno “Gyneconet Meeting: nuove evidenze per la salute della Donna” promosso da Fidia Farmaceutici con il supporto organizzativo di Medi K.

La secchezza vaginale è la principale manifestazione dell’atrofia vulvovaginale ed è associata a bruciore, prurito, perdite vaginali, insorgenza di microtraumi e dolore durante il rapporto sessuale (dispaureunia).

Il disturbo è legato alla riduzione della lubrificazione vaginale, provocata dalla ridotta produzione di estrogeni in menopausa o dall’alterazione dell’ambiente vaginale e ormonale che può manifestarsi con l’avanzare dell’età, nel periodo dopo il parto e durante l’allattamento, in particolari condizioni di stress e assenza del ciclo, con l’utilizzo inappropriato di detergenti intimi aggressivi, o come conseguenza dell’assunzione della pillola anticoncezionale e di alcuni farmaci utilizzati per patologie ormono-sensibili (es. quelli per il tumore al seno).

Oltre all’aspetto clinico, vanno evidenziate le ricadute che tale problematica ha sulla qualità della vita e, in alcuni casi, sul benessere della coppia.

L’impatto di questo disturbo è ancora troppo spesso sottovalutato dalle donne stesse che risultano reticenti nel rivolgersi al proprio medico o al ginecologo, per imbarazzo o timore. – ha commentato il Dott. Claudio Gustavino, Direttore dell’Unità Operativa Ostetricia e Ginecologia dell’IRCSS A.O.U. San Martino di Genova – La sensazione di secchezza, come conseguenza di riduzione della lubrificazione vaginale, e gli altri sintomi associati all’atrofia vulvovaginale non coinvolgono solo la sfera della salute ma riguardano, in generale, la qualità di vita delle donne con un forte impatto negativo, in alcuni casi, sul benessere della coppia e l’intimità con il partner. A causa della scarsa o assente lubrificazione, si può avvertire irritazione e prurito vaginale, produzione di cattivo odore e anche semplici attività, come camminare, possono generare fastidio. I rapporti sessuali spesso risultano difficoltosi, accompagnati da dolore e bruciore al momento della penetrazione e possono portare a microlesioni della mucosa interna e esterna. I disagi vaginali comportano, inoltre, perdita del desiderio, tendenza ad evitare il rapporto, riduzione della frequenza e della soddisfazione dei rapporti sessuali”.

Se non trattati, in circa metà delle donne che lamentano secchezza vaginale e dispareunia, i sintomi tendono a persistere anche dopo due anni dall’insorgenza della menopausa. La terapia si avvale di opzioni terapeutiche farmacologiche, con l’utilizzo di preparazioni a base di estrogeni applicate localmente, e soluzioni naturali non ormonali ad azione idratante e lenitiva, come quelle a base di acido ialuronico.

La terapia non ormonale con idratanti vaginali a base di acido ialuronico, si caratterizza per un’ottima biocompatibilità e potere idratante, che portano all’attenuazione dello stato di secchezza senza irritare la mucosa vaginale. – prosegue il Dr. Gustavino – L’acido ialuronico svolge inoltre un’azione coadiuvante nel processo di guarigione delle microlesioni che possono essere provocate, per esempio, da attrito della mucosa vaginale o rapporti sessuali. Il ricorso a queste opzioni risulta essere una valida alternativa in quelle situazioni nelle quali la paziente non desideri sottoporsi ad una terapia ormonale, o non possa ad esempio in presenza di controindicazioni assolute, quale una pregressa neoplasia ormono-sensibile”.

Fidia Farmaceutici

Fidia Farmaceutici S.p.a. è un’azienda italiana fondata nel 1946, leader nella ricerca e nello sviluppo nonché nella commercializzazione di prodotti a base di acido ialuronico che trovano diverse applicazioni in campo biomedico, in aree quali reumatologia, ortopedia, chirurgia, riparazione tissutale e dermo-estetica. Parte del gruppo milanese P&R Holding, Fidia Farmaceutici ha solide basi a livello nazionale: in Italia conta due stabilimenti produttivi, uno ad Abano Terme, dove ha sede la società, e l’altro a Noto, in Sicilia. Occupa oggi oltre 600 dipendenti e alimenta un giro di affari superiore a 250 milioni di euro. Grazie ai suoi investimenti in ricerca è riuscita a costruire una lunga tradizione di prodotti, con oltre 600 brevetti al suo attivo.