AssoGenerici sottolinea la necessità di escludere le aziende associate dal ripiano della maggiore spesa. “Non solo vantiamo crediti liquidati con gravi ritardi, ma siamo tenuti a ripianare una maggiore spesa che non è determinata dai nostri prodotti “ dice il presidente Enrique Häusermann
Roma, 23 ottobre 2013 – “I dati della ricerca di Farmindustria sui ritardi dei pagamenti di ASL ed enti ospedalieri sono il tassello che mancava per descrivere appieno la gravità della situazione in cui si trovano a operare le aziende del generico e del biosimilare” dice Enrique Häusermann, presidente di AssoGenerici. “Già all’indomani dell’approvazione in Consiglio dei Ministri della Legge di Stabilità avevamo fatto presente come il permanere del meccanismo del payback a carico delle aziende del generico – fatto che non esiste in nessun paese che attua questo meccanismo per il controllo della spesa – rischia di determinare l’uscita dal mercato dei produttori di equivalenti. Ora è ancora più evidente come, con ritardi superiori ai 120 giorni nei pagamenti, molti si trovino a dover rifondere cifre non ancora percepite e, nel caso delle aziende nostre associate, a causa di maggiori spese che non hanno contribuito a determinare”. Un aspetto particolarmente evidente se si considera la spesa ospedaliera. “Come abbiamo già fatto notare più volte, se è poco sensato chiedere il payback per il superamento del tetto dell’ospedaliera, quando prezzo e quantità sono determinate esclusivamente dalla parte pubblica, lo è ancora di più chiederlo a chi produce biosimilari, notoriamente penalizzati dai meccanismi di gara adottati nella stragrande maggioranza delle Regioni. In pratica ci troviamo a rifondere una maggiore spesa che è determinata dai prodotti concorrenti” prosegue Häusermann. “Il biosimilare può contribuire più che significativamente al contenimento della spesa, ma attraverso una dinamica di concorrenza rispetto all’originatore, quella dinamica oggi impedita”. AssoGenerici si augura che la Legge di Stabilità, nella sua forma definitiva, tenga conto della necessità di non penalizzare ulteriormente un settore produttivo che ha contribuito in modo determinate alla diminuzione della spesa sanitaria.
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