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Giornata Mondiale del prematuro: sabato 17 novembre all’Ospedale San Giuseppe di Milano due incontri gratuiti dedicati alle neomamme

Milano, 15 Novembre 2018 – Dalle ore 9:00 alle 13:00 di sabato 17 novembre, in occasione della Giornata Mondiale del bambino prematuro, al San Giuseppe di Milano si terranno due momenti dedicati alle neomamme e organizzati dal Reparto di Neonatologia: il primo è una dimostrazione del massaggio neonatale e del Kangaroo Mother Care, ossia pratiche volte a promuovere il contatto pelle-a-pelle a beneficio del rapporto madre-bambino. L’incontro sarà guidato da Paola Pierdonà, coordinatore infermieristico dell’U.O. di Neonatologia. Il secondo momento prevede la possibilità di ricevere un trattamento one to one di osteopatia neonatale con il Dottor Andrea Arcusio, dell’U.O. di Medicina Riabilitativa. Gli incontri sono gratuiti, su prenotazione a base oraria al numero 02/85994936 (fino ad esaurimento posti) e si terranno nell’Aula CAN (Corsi Accompagnamento alla Nascita) al piano terra dell’Ospedale.

Il fenomeno del neonato prematuro, ossia nato prima della 37/a settimana di gestazione, è ancora poco conosciuto mentre purtroppo il numero di bambini prematuri è sempre più significativo. “Stiamo assistendo a un incremento delle nascite pretermine e a un miglioramento del tasso di sopravvivenza per due motivi principali: da un lato, per via dell’incremento dell’età delle gestanti rispetto al passato. Si tratta di mamme sempre più ‘anziane’ che spesso superano i 40 anni. Dall’altro, sono migliorate le tecniche assistenziali di donne e bambini sia nella fase prenatale che post-natale grazie a nuove tecnologie biomediche e cure intensive neonatali.” spiega il Dottor Filippo Porcelli, Direttore dell’Unità di Neonatologia, Ospedale San Giuseppe di Milano.

I bimbi prematuri sono neonati molto piccoli che nei casi più gravi non superano il chilogrammo di peso, oltre ad essere estremamente fragili in quanto hanno un maggiore rischio rispetto ai neonati a termine di incorrere in problematiche cliniche di tipo respiratorio, metabolico e neurologico, oltre che problemi nell’alimentazione: da qui la necessità di fornire al piccolo cure e accertamenti supplementari sia durante la degenza che nel follow-up. Al San Giuseppe tutti i neonati vengono inseriti in un circuito di follow-up ambulatoriale multidisciplinare fino ai due anni di vita. Nell’arco di questo periodo vengono pianificati controlli di routine quali ad esempio ecografie cerebrali e controlli neurologici in serie, esami del sangue, controlli oculistici, ecc.” prosegue il Dottor Porcelli.

Ma l’attenzione va anche ai genitori, costantemente sottoposti a stress psicologico ed emotivo. In particolare, la mamma che partorisce un bimbo prematuro tende a colpevolizzarsi, il che si ripercuote negativamente sul bambino e quindi sul rapporto reciproco. “Se le condizioni del piccolo lo consentono, si tendono a promuovere alcune pratiche volte a favorire l’instaurarsi dell’attaccamento madre-neonato. Alcuni studi – prosegue il neonatologo – hanno infatti dimostrato che il contatto il pelle-a-pelle tra neonato e mamma, come nella pratica del Kangaroo Mother Care, determina minori problemi respiratori e porta a una degenza più breve. Appena possibile, inoltre, si cerca di consentire il rooming-in, che consiste nel tenere il neonato in camera con la mamma 24 ore su 24”.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità tale problematica riguarda ogni anno, nel mondo, circa 13 milioni di bambini, 500mila in Europa. In Italia si parla di 40mila nuovi nati prematuri, pari al 7-8% del totale delle nascite che avvengono nel nostro Paese (EFCNI- European Foundation for the Care of Newborn Infants).

Per questo ogni anno, il 17 novembre, più di 60 Paesi rendono omaggio ai bambini prematuri e alle loro famiglie con fili di piccole scarpe da neonato e il colore viola, come simboli di questa giornata, al fine di focalizzare l’attenzione sulla prevenzione del parto prematuro e sulla realtà della nascita prematura. “È altresì importante dare alle famiglie un messaggio positivo: il prematuro non è un bambino malato, è un bambino che, più degli altri, è a rischio e che quindi va seguito” conclude Porcelli.

 

 

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