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Il tam tam sull’incontinenza aiuta a rompere il tabù

Un interessante dibattito ha coinvolto venerdì, durante il 38° Congresso SIUD, Fondazione italiana continenza e i giornalisti. I consigli dal mondo dell’informazione affinché la parola incontinenza non sia più “bandita” dai media e nel dialogo tra medici e pazienti. Difficoltà – da superare – anche nelle relazioni con le Regioni.

 

Milano, 23 giugno 2014 – Parlare di ‘incontinenza urinaria’ in Italia resta un tabù. Ma come sdoganare questo termine su giornali, radio e tv? I media, nel terzo millennio, preferiscono ancora glissare, non solo sulla parola “incontinenza” ma anche – e troppo spesso – anche sul disturbo, nonostante in Italia ne soffrano circa 5 milioni di persone.

Venerdì, al Centro Congressi dell’Ospedale San Raffaele di Milano, all’interno del congresso SIUD (Società Italiana di Urodinamica), Fondazione italiana continenza – che da anni si adopera per diffondere una corretta informazione sulla diagnosi, la prevenzione e la cura dell’incontinenza – ha aperto il dibattito nella tavola rotonda “La Fondazione incontra… la stampa”. Al tavolo dei relatori non soltanto medici ed esperti, ma anche i professionisti dell’informazione, pronti a rispondere alla richiesta di informare il pubblico sulla problematica troppo spesso taciuta.

“Affinché se ne parli, l’incontinenza dovrebbe davvero fare notizia: se un politico o un personaggio famoso fosse vittima di un ‘incidente di percorso’, allora forse se ne parlerebbe, balzando agli onori della cronaca. Altrimenti, purtroppo, è difficile proporre l’argomento e ancora di più parlarne – ha commentato la giornalista Michela Vuga, Coordinatore Scientifico di OK Salute -. Partiamo dal tabù legato alla parola: incontinenza ha bisogno di un processo che necessita di tempo per essere sdoganata (come è stato per esempio con ‘disfunzione erettile’). Il continuo riproporre l’argomento attraverso diversi canali sicuramente aiuta a rompere i preconcetti”.

Marco Giorgetti, giornalista di AboutPharma, ha parlato invece degli ostacoli in sanità: “Al di là di alcune difficoltà, c’è una forte volontà di riprendere in mano il processo decisionale partendo da linee di indirizzo a livello centrale che abbiano ricadute anche a livello locale. Lo ha confermato di recente anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

La parola chiave sarà sempre più spesso ‘domiciliarità’, derivante, tra l’altro, dal numero crescente di anziani. L’opportunità da sfruttare per arrivare alle Istituzioni e per aprire un dialogo sempre più efficace è quella di andare in cordata con tutti gli stakeholder. Visto che la sanità ha bisogno di modelli, questo dà la possibilità di organizzarsi e di avere più forza. Quando si parla con un decisore inoltre bisogna sapere con chi si sta parlando e fornire proposte misurabili”.

L’ipotesi di concentrare le azioni a livello locale avvalora l’azione iniziata da Fondazione per creare in ogni regione una rete integrata di centri per la prevenzione la diagnosi e la  cura dell’incontinenza. “Gli esempi virtuosi sono quelli di Piemonte e Sardegna, dove sono già presenti queste reti – ha confermato il presidente di Fondazione Roberto Carone, Urologo, direttore della struttura Complessa di Neuro-Urologia – Azienda Ospedaliera  Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino. Per quanto riguarda le altre regioni abbiamo enormi difficoltà nel parlare con le Istituzioni e nel contatto con i politici.”.

Il professor Mario De Gennaro, vice presidente di Fondazione, Urologo pediatra, direttore della struttura complessa di Urologia Pediatrica Ospedale Bambin Gesù di Roma, ha illustrato il tortuoso iter intrapreso da Fondazione negli ultimi anni nell’attività di public affairs.

Fondazione prosegue inoltre in maniera continuativa, attraverso l’attività di ufficio stampa, l’azione di comunicazione verso i media. Negli ultimi anni sono stati distribuiti un centinaio tra comunicati stampa e news e 16 newsletter; per il pubblico sono stati realizzati opuscoli scaricabili dal sito di Fondazione e alcuni libretti dedicati ai diversi disturbi legati alla patologia. È inoltre attivo il Forum sull’incontinenza su Corriere.it e una pagina dedicata su “La rivista della badante”.

Obiettivo: far parlare di incontinenza, continuando a promuovere l’appropriatezza prescrittiva.

 

FONDAZIONE ITALIANA CONTINENZA

La Fondazione italiana continenza, ente senza fini di lucro, nasce nel 2000 e si propone di far conoscere all’opinione pubblica le tematiche dell’incontinenza, di identificare i bisogni dei pazienti e le possibili soluzioni, di contribuire al miglioramento della loro qualità di vita e al superamento degli aspetti più critici della patologia. Inoltre, la Fondazione italiana continenza vuole contribuire a migliorare l’educazione sanitaria dei cittadini in materia di incontinenza, contribuire alla preparazione degli operatori sanitari e sostenere il principio della qualità dei servizi delle strutture sanitarie in termini di prevenzione, riabilitazione e cura. Oltre a promuovere la ricerca, l’istituzione di figure professionali specifiche e la sperimentazione scientifica, la Fondazione italiana continenza vuole svolgere un ruolo attivo in qualità di interlocutore del Ministero della Salute, delle Regioni e delle altre istituzioni governative, per tutti i temi relativi a incontinenza urinaria e fecale.www.contenuti-web.com.

 

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