Roma 20 gennaio 2015 – “Ormai non c’è un solo documento sulla spesa sanitaria italiana in cui non emerga che le sole misure di contenimento che ogni anno apportano un contributo certo sono quelle relative all’assistenza farmaceutica” dice il presidente di AssoGenerici Enrique Häusermann a commento delle relazione della Corte dei Conti. “Misure che da tempo stanno mettendo sotto pressione l’intero comparto, in particolare i produttori di farmaci equivalenti che pure contribuiscono in misura rilevante al contenimento della spesa, e dall’altro anche i cittadini, come sottolineato dalla magistratura contabile, che ogni anno vedono aumentare la compartecipazione alla spesa”. Giustamente la Corte fa notare che un eventuale ulteriore aumento dei cosiddetti ticket potrebbe avere “profili di problematicità”, ma c’è un aspetto che viene taciuto. Se per i farmaci sulla ricetta rossa, come si suol dire, ogni cittadino italiano spende in media 24 euro, è bene tenere presente che soltanto 9 sono dovuti al ticket sulla prescrizione, mentre i restanti sono imputabili alla differenza di prezzo tra farmaco equivalente e branded versata direttamente dal cittadino. “Difficile dire quanto a lungo ancora possa proporsi questo paradosso per cui a fronte dell’aumento della compartecipazione alla spesa obbligatoria esiste un ticket volontario – e sostanzioso – che non ha eguali nel resto d’Europa e che è motivato soltanto da convinzioni che non hanno alcuna base scientifica” conclude Häusermann. “E’ augurabile che le Regioni, se intendono recuperare risorse nel settore sanitario, evitino di ricorrere ancora a tagli sulla farmaceutica soltanto perché è facile farlo”.
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