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Solidarietà: grazie ad AMD un centro per curare malnutrizione e diabete in una delle province più povere del Burkina Faso

A Zooré, nel dipartimento di Pouytenga, un’oasi della salute per dare assistenza alla popolazione locale, in cui ci sarà anche un pezzo d’Italia grazie all’Associazione Medici Diabetologi, impegnata nel finanziamento di un padiglione dedicato a malnutrizione e diabete. Ad oggi raccolti 20.000 euro. Prossimo passo: una borsa di studio per inviare sul posto giovani diabetologi italiani che formeranno il personale del centro.

Roma, 20 novembre 2017 – L’Associazione Medici Diabetologici (AMD), in collaborazione con la Congregazione delle Suore di Nostra Signora dell’Immacolata Concezione di Castres e con la supervisione della Caritas che opera in Africa, sta raccogliendo fondi per la realizzazione di un centro di recupero ed educazione nutrizionale in Burkina Faso, paese dell’Africa subsahariana tra i più poveri del mondo. Il centro, per il quale AMD ha già raccolto 20.000 euro, avrà una superficie di oltre 200 metri quadrati e comprenderà diversi ambulatori; sarà situato all’interno di un vero e proprio “villaggio della salute” composto da più padiglioni dedicati ad altre patologie. Tutto il complesso verrà costruito a Zooré, nel dipartimento di Pouytenga, e sarà il primo presidio sanitario attivato in questa regione a cui fanno capo 17 villaggi, dove risiedono più di 70.000 abitanti.

“Il progetto, partito nel 2014 con una raccolta fondi inizialmente promossa da AMD Campania, vede oggi il coinvolgimento della nostra Associazione a livello nazionale”, spiega il dottor Amodio Botta, Consigliere AMD. “Tramite la Congregazione delle Suore di Nostra Signora dell’Immacolata Concezione di Castres, ente religioso attivo sul posto, stiamo sovvenzionando la costruzione di un centro in cui non solo eseguire visite ma anche erogare cure mediche nell’ambito della malnutrizione e del diabete. Questa patologia, così diffusa nei Paesi occidentali, la si pensa sempre e solo associata all’eccessivo benessere. In realtà in Burkina Faso, così come in altre aree del Sud del mondo, sono diffuse forme di diabete secondario, dovute a infezioni, che portano alla distruzione delle cellule pancreatiche. Il nostro padiglione, inoltre, in linea con l’obiettivo della struttura più ampia che ci ospita (fornire assistenza medica in una regione che finora ne è rimasta completamente sprovvista), cercherà di essere un primo riferimento per la generale esigenza di salute di un territorio così povero”.

“I lavori sono a buon punto – prosegue Botta – e durante gli scavi per la costruzione delle fondamenta della struttura è stato scoperto un pozzo d’acqua, notizia positiva e non di poco conto, in un Paese che deve combattere quotidianamente contro la carenza cronica di risorse idriche. Il prossimo step sarà completare l’allestimento interno degli ambulatori, fornendo la strumentazione necessaria per effettuare esami diagnostici e terapie. In più, siamo al lavoro per istituire una borsa di studio AMD grazie alla quale potremo inviare sul posto giovani diabetologi italiani, che si occuperanno di formare il personale sanitario locale”.

“Un progetto di assistenza medica e di educazione in un territorio dove la salute è ancora considerata un privilegio, per questo – dichiara Domenico Mannino Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi – abbiamo fortemente sostenuto il progetto ideato da AMD Campania, dando il nostro contributo anche a livello nazionale. Secondo i dati sul diabete diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2016, la percentuale di persone con diabete in Burkina Faso è in forte crescita. Farmaci di prima assistenza diabetologica, insulina, metformina e sulfaniluree appaiono di difficile accesso e le tecnologie per la misurazione del glucosio, oltre alle strisce, non sono ancora disponibili nella maggior parte dei centri ospedalieri del Paese dell’Africa occidentale”.

“Ci auguriamo – conclude Mannino – che AMD, attraverso la realizzazione del Centro, possa contribuire a fornire assistenza per la cura del diabete e, ancor prima, trasferire alla popolazione una corretta e adeguata conoscenza della malattia, portando sostegno a uno dei Paesi più poveri al mondo”.

 

Ufficio stampa

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