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Progetto DIA&INT: per la prima volta in Europa, misurato scientificamente l’impatto delle prestazioni diabetologiche sulla salute dei pazienti

AMD è la prima società scientifica ad aver misurato con un metodo validato – SROI – le prestazioni diabetologiche più efficaci in termini di outcome clinici e di efficientamento del SSN: ecco la “top 5” delle prestazioni più utili e i relativi risultati clinici

Roma, 2 marzo 2017 – Prima in Europa, l’Associazione Medici Diabetologi (AMD) ha misurato con metodo scientifico SROI (Social Return of Investment)l’impatto delle prestazioni diabetologiche sulla salute dei pazienti in termini di outcome clinici ben definiti, a partire dagli Standard di cura[1] condivisi dalla classe medica (AMD-SID). Obiettivo del progetto lanciato da AMD, dal nome “Diabetes & Intelligence” (DIA&INT), è comprendere l’effettiva utilità di ciascuna attività esercitata dal diabetologo – e quindi di ogni prestazione offerta ai pazienti – e supportare le Istituzioni preposte nella definizione, in prospettiva, di nuovi modelli assistenziali per la multi cronicità.

Dall’indagine, che ha coinvolto oltre 200 medici diabetologi aderenti alla società scientifica, è emerso che la “top 5” delle prestazioni e degli standard organizzativi più utili nel soddisfare il bisogno di salute della persona con diabete sono, in ordine di efficacia, la terapia educazionale, la personalizzazione del piano terapeutico, la diagnosi e la valutazione biomedica, la concreta valutazione della fragilità del paziente, e ancora la garanzia dell’autocontrollo glicemico. Da notare che segue, al sesto posto, l’utilizzo della cartella clinica informatizzata.

Se è vero che le attività a impatto sociale possono indirettamente produrre risultati economici – per esempio, in ambito diabetologico, la riduzione delle complicanze contribuisce a ridurre la spesa per la loro gestione – è ancor più vero che si tratta di attività prettamente qualitative, caratterizzate da notevoli difficoltà di misurazione oggettiva del risultato. Come spiega Nicoletta Musacchio, Presidente AMD: “La salute è fatta di tante componenti e di diverse variabili, e lo stesso, di conseguenza, può ripetersi per le prestazioni sanitarie. È una complessità, tipica dei servizi socio-sanitari, che rischia di generare confusione e di rendere difficilissima la valutazione degli approcci clinico-assistenziali che giovano davvero al paziente e al Servizio Sanitario. Ecco perché – ha proseguito Musacchio – occupandoci in prima linea di un problema articolato e vasto come il diabete abbiamo scelto, con il progetto DIA&INT, di misurare con precisione il nostro risultato professionale, facendo ricorso a un approccio scientifico rigoroso, il metodo SROI-Social Return of Investment.”

Si tratta di un modello di Analisi Organizzativa riconosciuto a livello internazionale, che serve a misurare in modo oggettivo il valore generato da attività che hanno obiettivi sociali e non economici. Aspetto che contraddistingue anche le prestazioni diabetologiche, che hanno obiettivi prettamente assistenziali. Il vantaggio del metodo SROI risiede nel fatto che – grazie a un livello di analisi molto dettagliato e a un forte coinvolgimento degli stakeholder nel processo di valutazione – permette di trasformare il dato qualitativo in score definiti, ossia in quantità misurabili.

Ma quali sono, in concreto, i risultati clinici sui quali incidono positivamente le prestazioni inserite da AMD nella sua “top 5” scientificamente validata? L’indagine svolta attraverso l’iniziativa DIA&INT ha risposto anche a questa domanda: al primo posto si trova l’ottimizzazione del controllo metabolico, al secondo il controllo dei fattori di rischio cardiovascolare, seguono la riduzione delle ospedalizzazioni e degli accessi al pronto soccorso, la riduzione delle giornate di degenza dei pazienti eventualmente ospedalizzati, e in quinta piazza l’aumento dell’appropriatezza nell’utilizzo di tutte le tecnologie disponibili per le persone con diabete. “Anche in questo caso – precisa la Presidente Musacchio – è di particolare interesse il rigore scientifico degli outcome clinici individuati, garantito dal metodo SROI, ma anche dal fatto che la nostra analisi propone una classifica degli obiettivi individuati dal Piano Nazionale per la malattia diabetica e dal Manifesto dei Pazienti, quindi risultati clinici già di per sé validati e di cruciale importanza”. 

Il sistema DIA&INT può anche essere considerato come un osservatorio dinamico in grado di comprendere e governare il cambiamento: “Una volta definiti gli outcome e le azioni prioritarie che li determinano, sarà possibile individuare un modello ideale di attività che risponde ai bisogni di malattia e ai bisogni della persona con diabete. Il passo successivo sarà quello di mettere a confronto questa situazione ‘ideale’ con quella reale. Saremo quindi in grado di identificare e colmare gap o aree di scostamento tra il piano assistenziale delineato nel Piano Nazionale Diabete e il modus operandi del diabetologo, caratterizzato da specificità che, ad oggi, non sono ancora implementate uniformemente nei percorsi di cura, come pure negli organigrammi aziendali”, conclude la Presidente Musacchio.

I risultati di DIA&INT – che si stanno arricchendo anche delle esperienze specifiche di infermieri e MMG – consentiranno ad AMD di fornire al Ministero della Salute strumenti concreti per l’implementazione del Chronic Care Model fondati su valori oggettivi e misurabili.

 

Con il contributo non condizionante di

 loghi doc alfa

 

 

[1] http://www.standarditaliani.it/skin/www.standarditaliani.it/pdf/STANDARD_2016_June20.pdf